2 mar
1954

Carnevale 1954. Appaiono, per la prima volta le "Ancelle".

<p>Carnevale 1954. Appaiono, per la prima volta le "Ancelle".</p>

Il Ponte Romano che arditamente scavalca le acque spumose e gelide del torrente Lys, è motivo di vanto per i cittadini di Pont St. Martin, poiché in esso vedono la più antica e la più efficiente traccia dell'espansione romana nella Valle d'Aosta. La sua costruzione risale al 136 a.C., all'epoca, cioè, della prima spedizione romana contro i Salassi (...)
Questa prima spedizione fu capeggiata dal Console Appio Claudio Pulcro (...)
Mentre i fatti affermano che fu Appio Claudio a far costruire il ponte, vuole, invece, una bellissima leggenda (...) che S. Martino, Vescovo di Tours, facesse lui stesso costruire tale monumento dal diavolo in una notte burrascosa, promettendogli l'anima del primo passante che egli poi, con abile astuzia, sostituì con un cane.
Secondo, poi, un'altra suggestiva e complessa leggenda (...) il Ponte Romano e l'abitato stesso di Pont furono risparmiati dalle acque spaventosamente ingigantite del Lys, grazie all'intervento della Fata di Colombera (ora chiamata Ninfa, per ragioni di adattamento al carnevale) la quale abitava le acque del nostro torrente.
Orbene, il Carnevale di Pont-St.-Martin, si riferisce alla suesposta storia ed alle riportate leggende che riguardano il Ponte Romano.
Essendo uno dei più imponenti e, come si è ricordato, il più antico monumento del genere che ancora esista al mondo, è cosa logica e bella che la cittadinanza di Pont ne vada orgogliosa e che annualmente festeggi il vecchio colosso, annerito dal tempo e dalle intemperie, ma incrollabile e magnificamente alto e maestoso.
Di conseguenza, i personaggi rappresentativi del nostro carnevale sono: il Console romano ed i Legionari (i veri costruttori del ponte), S. Martino e il Diavolo (coloro che costruirono il ponte, secondo la leggenda), la Ninfa del Lys (la benigna protettrice del ponte e della nostra cittadina).
Anche quest'anno i carnasciali sammartinesi hanno, come sempre, rievocato la storia e la leggenda del forte colosso di pietra, con una serie indovinata di manifestazioni organizzate in ogni particolare e ben riuscite e con l'aggiunta ai personaggi ufficiali sopraelencati, di due graziose ancelle, che per la prima volta sono state rappresentate, con felicissimo esito nel nostro carnevale. (...)

*** resoconto fatto dal sig. Amerigo Tabasso su "Il Monitore Valdostano"  del 2 marzo 1954 ***

tratto da:
"Il Diavolo e San Martino"
di L. Pramotton e S. Miniotti
Musumeci Editore 1988

Edizione del Carnevale 1954

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